Il "dodicesimo" pianeta: Sedna


In un articolo precedente abbiamo visto il pianeta Eris e le sue valenze astrologiche.
Oggi ci occuperemo dell’ultimo dei dodici astri che possiamo inserire in un oroscopo per una lettura veramente completa del tema astrologico.
Grazie a questo dodicesimo pianeta, Sedna, si chiude il cerchio zodiacale: ai dodici segni vengono, finalmente, attribuiti dodici pianeti.


Già i Sumeri sapevano che gli astri importanti sono dodici.
Esiste un antico sigillo cilindrico sumero - si ritiene abbia circa cinque millenni - che sembra
raffigurare il nostro Sole insieme a dodici pianeti.
Il sigillo sumero è chiamato VA/243; è un sigillo accadico del III millennio a.C. ed è a tutt’oggi conservato al Vorderasiatische Abteilung, del Museo di Stato di Berlino.


In precedenza ho accennato a come la scoperta dei pianeti moderni, Urano, Nettuno e Plutone, abbia rivoluzionato il disposizione dei domicili planetari.

Proseguendo questa rivoluzione, con l’arrivo di Eris, avvistata nel 2005, è mutato ulteriormente l’assetto dei domicili planetari.
Rimaneva, tuttavia, ancora “scoperto” il segno della Vergine, tradizionalmente domicilio di Mercurio.

Per riequilibrare correttamente zodiaco e pianeti, occorreva trovare ancora un astro con una pesante valenza astrologica, situato, presumibilmente, oltre l’orbita di Plutone.

Tra gli ultimi pianeti transnettuniani scoperti (una decina), abbiamo dovuto cercare un astro che rientrasse nell'archetipo del segno della Vergine, l’ultimo segno zodiacale ancora senza un suo esclusivo maestro.

La scelta di Sedna, come maestro della Vergine, è sembrata la più corretta; vediamo perché.

Gli astronomi, Michael Brown, Chad Trujillo e David Rabinowitz, il 12 giugno 2004, un anno prima di scoprire Eris, avvistarono un pianeta che venne chiamato provvisoriamente 2003 VB12 .
Provvisoriamente perché, ricercando il nome definitivo, I tre scopritori avrebbero voluto chiamare il loro pianeta Anfitrite, sposa di Poseidone/Nettuno.
Poiché  il nome Anfitrite era stato già assegnato ad un “sassolino” di 212 chilometri di diametro, nel lontano 1854, optarono per Sedna, dea del mare nella mitologia inuit.

Come avrete notato, non è mai un caso se ad un astro viene attribuito un nome piuttosto che un altro; Sedna, guarda caso, è una dea della mitologia inuit, assolutamente comparabile alle  “nostrane” Anfitrite  per i Greci e Salacia per i Latini.

Infatti sia Anfitrite/Salacia, sia Sedna sono ninfe marine, molto giovani che non hanno nessuna voglia di sposarsi - sono poco più che bambine - e sfuggono ai loro pretendenti immergendosi nelle profondità marine.
Entrambe sono ragazzine e, in latino, ragazza si dice virgo, concetto che ci riporta al segno della Vergine.

Ecco, dunque, trovata l’analogia tra Sedna e la Virgo, il segno della Vergine, relazione che palesa la corretta attribuzione del domicilio del pianeta Sedna al segno della Vergine,  insieme a Mercurio (tradizionale).


Ora, ad esempio, se vogliamo, in un oroscopo, interpretare una casa nel segno della Vergine, dovremo riferirci a Sedna - in quanto maestra della Vergine – e di questo pianeta analizzeremo dignità, aspetti e casa occupata, esattamente come facciamo per gli altri astri.

Alla luce delle nuove scoperte astronomiche, Eris e Sedna, possiamo ora compilare un oroscopo utilizzando dodici astri per i dodici segni ed ottenere molte indicazioni in più.

I due segni che “zoppicavano”, il Toro e la Vergine, sono finalmente interpretabili con maggiore precisione, come  vedremo in un prossimo articolo.

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